
I sassi del Piave: la materia prima a KM zero
La mano di un uomo si protende sul greto e raccoglie un ciottolo chiaro, d’un pallore lunare. Non sappiamo quale fosse allora, intorno a tremila anni fa, il nome con cui quei remoti progenitori nominassero il fiume, forse PLOVIO oppure PLOVIO-S, nella parlata venetica. Ma di quel sasso, uguale a infiniti altri cavati nei millenni della PIAVE, conosciamo il peso, le misure, la funzione a cui era destinato… (Ulderico Bernardi).
Sono i sassi del Piave: la materia prima a chilometro zero.
Il sasso del Piave è metafora di persistenza, di valori durevoli. Milioni di sassi ma nessuno uguale all’altro. Ciottoli piccoli e grandi, leggeri dove abbonda la silice con alluminio sodio e potassio, pesanti invece dove abbonda il ferro, magnesio e calcio. Davanti a questa grande offerta naturale l’uomo si è industriato a raccoglierne ghiaia, ciottoli e sabbia.